Ero in piazza a Napoli e vi racconto cosa ho visto | Potere al Popolo

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C’è chi parla di fatti standosene seduti in redazione o facendo i passacarte di chi ti spiega come vedere e pensare ciò che ti ci circonda.. e c’è chi si immerge nella realtà e per lo meno ti racconta quello che ha visto cercando di non tirare conclusioni perché non è il luogo adatto per questo genere di cose. Ma ne parliamo se volete.

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La rabbia e la vaselina

La rabbia e la vaselina

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Un cavallo di Troia

A chi pensa che il cosiddetto CentroSinistra sia un’altra cosa dal cosiddetto CentroDestra. Leggi sulle pensioni, sul lavoro, sul fisco, grandi opere, privatizzazioni, legge costituzionale in senso restrittivo della democrazia… Perché arrabattarsi a far approvare tutto quanto dalla Destra quando puoi avere l’altra parte del Parlamento, la cosiddetta Sinistra, (addirittura i comunisti per altri*) che possono fare tutto il lavoro al posto tuo ?

La favola della scelta

In fondo questi qua sono d’accordo tra loro sul 90% delle cose perché la maggior parte di essi ha avuto l’appoggio delle stesse lobbies che vogliono fondamentalmente le stesse cose ma che per motivi pratici cavalcano un cavallo oppure l’altro soprattutto se la puzza di vittoria di quale cavallo possa vincere non è molto chiara. Se sei abbastanza bravo le cavalcano tutte e due, in fondo le campagne elettorali costano e loro lo sanno bene.  Non si sa mai…

Dove sta il segreto ?

E’ sempre quello: le elezioni così come abbiamo accettato di farle e che chiamiamo ignorantemente democratiche e il voto utile grazie a una legge elettorale che restringe il panorama delle scelte politiche (non dei partiti, attenzione!) .
Insomma lo specchietto per le allodole per farci credere di poter scegliere. Ma uno specchietto che reggiamo fieramente in mano.

Quelli di CentroDestra

La realtà, è vero, è sempre complessa, determinata dal proprio ambiente, la propria storia, le tante situazioni sia pregresse che attuali, dalla volontà di voler diventare qualcosa o qualcuno da influenze più o meno conscie.
Ma se dobbiamo semplificare un po’, di una cosa si può essere abbastanza sicuri: chi fondamentalmente è di destra, non voterà mai a sinistra. Il contrario invece accade spesso e lo vediamo oramai da qualche decennio.
Fondamentalmente per chi è di destra, l’evoluzione dell’economia in senso globale procede come vorrebbe. E a parte quel costante senso di persecuzione e di attacco al proprio benessere (anche chi non ce l’ha mai avuto, ma di solito questi si considerano miliardari in temporanea difficoltà finanziaria), è sempre il “particulare” che non lo soddisfa perché i benefici di tutto questo li vorrebbe a “casa sua” che poi stringi stringi significa praticamente per se stesso.
Chi vota a destra spesso sa dove tu, che eccepisci il suo credo, vuoi andare a parare. La cosa genera un’istantanea chiusura mentale a mò di strenua autodifesa.

Quelli di CentroSinistra

Se voti a sinistra (sinistra.. nemmeno il PD si dichiara di sinistra, ma tant’è…) invece, a parte che negli anni hai subìto una trasformazione ancor più veloce dell’invecchiamento del tuo corpo, ma ti sei mangiato il fegato a forza di dire a e stesso che sì, in fondo “se non voti per il PD (che è l’ultima incarnazione del trasformismo formale oltreché fattuale), facevi vincere Berlusconi (prima) e fai vincere Salvini/Meloni (ora)” .
E non rimane che ingoiare tutta la merda possibile perché la merda fatta dal “CentroSinistra” per un oscuro sortilegio è migliore di quella del “CentroDestra”. Come se ti dicessi: “sì, lo so è merda e puzza, come l’altra, ma un giorno si trasformerà… dobbiamo solo trovare la pietra filosofale”.

Poi la merda rimane merda e tu smetti di andare a votare oppure voti per la merda originale. Almeno non è tarocca e gli altri smetteranno di prenderti per il povero coglione illuso in cui ti sei trasformato.

Quando la merda ti piace

Quello che però in tutto questo l’elettore di CentroSinistra (non ce la faccio a ripetere di Sinistra) non ha notato è che ha avallato negli anni tutte quelle politiche, quelle leggi, quel modo di pensare tipico della destra liberista, xenofoba (ma solo fuori del feticcio UE) nazionalista e spesso sessista che la destra stessa non avrebbe mai sognato di poter far passare.
Difatti io li capisco quelli della Destra. Quando sono loro al governo, ogni volta che tentano qualche cancellazione di un diritto dei lavoratori, una grande opera (come non ricordare il ricorrente ponte sullo stretto?) una modifica alla Costituzione etc, si trovano sempre di traverso “la società civile” cavalcata dal PD e i Sindacati per quella volta uniti e d’accordo (quasi).

E’ frustrante eh! Perché poi la legislatura successiva, quando di solito si trovano all’opposizione, vedono il CentroSinistra riuscire a far approvare le stesse cose con il benestare di quegli stessi Sindacati che anche stavolta si trovano d’accordo (a parte quegli estremisti dell’USB ma tanto loro non li invitano mai al tavolo delle trattative con le aziende o con il Governo).
E con il benestare di quella “società civile” che con qualche mal di pancia, si trangugia l’ennesimo provvedimento peggiorativo delle sue condizioni.

Una vita fin troppo facile

Ovviamente la Destra dal canto suo non deve far altro che dare da mangiare ai propri canarini con la storia del Comunismo dilagante, della libertà sottratta, dell’URSS (di Stalin però parlano sempre meno dato che i propri accoliti, specie quelli borgatari, quando lo sentono nominare alzano un sopracciglio piacevolmente sorpresi).
Mentre per gli aspiranti intellettualoidi, già studenti della famosa Università della Strada, esistono i vari Fusaro che mettono qua e là qualche termine un po’ più complesso e magari anche incomprensibile (poi chiamano professoroni quelli che a sinistra tentano di farsi capire per superare la superficialità imperante) e che finiscono per legittimare (e lo sanno bene quel che fanno) una visione unificante del fascismo e della sua antitesi.
Perché hanno capito infine che quel che mancava al militante di Destra, era quella sensazione di essere di Destra ma anche per un motivo.

Il contrario di ciò che accade invece agli elettori di CentroSinistra che oramai non sanno nemmeno più perché lo fanno.

Voto utile a parte, ovviamente.

Sardine in scatola

Sardine in scatola

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Dopo le liste civetta, i movimenti sardine

Hanno resistito poco. Le sardine alla fine si sono scoperte come i soliti pesci sotto sale. Su FB i gruppi sono fioccati numerosissimi e affollati nel giro di pochissimi giorni.

Non si è trattato solamente del passaparola, dalla prima città dove il “fenomeno” è in teoria partito, sono state organizzate in men che non si dice manifestazioni sparse da Nord a Sud.

La novità avevano detto. E forse di novità, ma nemmeno tanto, è potuto essere solo il numero di persone scese in piazza in un periodo in cui la cosiddetta opposizione al Salvinismo era stato lasciamo alla flaccidità di un centrosinistra troppo preso tra le divisioni e ricomposizioni interne e l’inseguire la destra nelle sue politiche neoliberiste.

Bastava andare dentro un gruppo e leggere non tanto i link pubblicati che bene o male erano da richiamo, quanto piuttosto i commenti pubblicati sotto di essi.

Parola d’ordine “antifascista” oppure “né di dx né di sx”

La parola d’ordine è “antifascismo” ma non hanno tardato coloro che han tenuto a puntualizzare che oltre ad essere antifascisti bisognasse essere anche anticomunisti.

Fino a dichiarare che la resistenza  antifascista aveva così tante sfaccettature che quella socialcomunista alla fine era marginale e comunque tranquillamente trascurabile ai fini degli esiti della guerra di liberazione.

Non vi viene in mente il già sentito “né di destra né di sinistra” ? O similarmente “non esiste né la destra né la sinistra” ?

Erano gli slogan del Movimento 5 Stelle che ha provato sulla propria pelle, quanto questi assiomi fossero tragicamente fallaci alla prima seria prova legislativa su argomenti che andavano a toccare interessi di una certa consistenza.

E ancora, sarà per questo che quasi in contemporanea il PD tramite Zingaretti si è definito “antifascista”

Bisogna dire anche, come normale che fosse, che le sardine si son trovate tra i loro branchi, pesci provenienti dai mari più disparati.

Ma mentre era normale che chi puzzasse di centro-destra venisse subito individuato e scoraggiato, coloro che han tentato di indirizzare le sardine verso una coscienza politica che non si arrestasse a semplici principi generici e ai richiami alla politica “educata”, sono stati bollati come estremisti alla stregua dei fascisti.

Anzi l’appellativo fascista è diventato sinonimo di pensiero radicale. E non importa da quale area politica questo provenga. “La canti diversa dal coro ? Sei fascista !”

E via col ban.

Il solito voto utile

Io sinceramente dopo aver visto queste cose me ne sono uscito senza alcun rimpianto. Ma la sorpresa che poi sorpresa non era, è stata quando parlando delle elezioni in Emilia Romagna, è tornato sugli scudi il tema del voto utile.

E quando si parla di voto utile e non si vota Lega, FdI o Forza Italia, chi è il paladino salvatore della patria ?
Esatto: il PD.

Ed ecco che cade la maschera e quello che poteva almeno vedersi come uno scuotersi dal torpore dell’inattività politica da parte del cittadino medio, si è rivelata essere la solita trappola-chiamata-alle-armi del Partito Democratico, molto avvezzo a queste pratiche.

Ve li ricordate i girotondi ?

Ricordate i personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura, anche della musica che presero più o meno posizione contro il berlusconismo imperante in quegli anni, trascinando con loro molti cittadini e scrollandoli dal sonno di vent’anni di regno dell’Homo Arcorensis.

Dopo un certo periodo in cui questi cercavano di muovere il maggior partito di opposizione da una deriva di impotenza parlamentare autoindotta, un bel giorno in TV arrivò un certo D’Alema, che con il suo solito sorrisetto affermò “E’ tempo che la politica si riappropri del suo ruolo”.

Come dire: ok, va bene.. abbiamo capito, vi siete anche divertiti, avete avuto il vostro proverbiale quarto d’ora di celebrità…, ma adesso, i bambini tutti a casa che tornano gli adulti.

Ecco, anche se allora le tematiche guardavano più alla legalità da un lato e il decoro dall’altro (perfettamente disegnato sui margini del modello berlusconiano), stavolta le sardine sono partite dall’antifascismo, da una politica con la camicia dentro in pantaloni e il bavero piegato bene.

Programmi economici ? Nemmeno l’ombra.

Insomma, crisi occupazionale, salari che si riducono, lavoro precario e sicurezza sul lavoro inesistente, però. Però civilmente educati.

Qualcuno ha detto che le sardine non fossero altro che il PD dei giovani ma senza la faccia di Renzi che oramai ha anche una certa età e non è più credibile.

Sono sicuro che molti non se ne rendono conto e magari cercano di sognare qualcosa di diverso e più efficace di un semplice accontentarsi di battere Salvini nelle piazze e permettere al PD di farlo nelle urne.

Purtroppo però per loro, se non si attapperanno le orecchie e diranno “lalalalalala non sento” capiranno ben presto che tutto si sgonfierà dopo le tornate elettorali e tanti dei capi, quelli almeno che avranno visibilità andranno a rimpolpare le file dei Giovani Democratici.

Spero di sbagliarmi, ma sfortunatamente per questo genere di cose, è successo raramente.

Tutti insieme appassionatamente

E se il buongiorno si vede dal mattino, allora diventa indicativo persino che una craxiana di ferro prima (“Voto PSI perché Bettino mi ha promesso che…”) e poi candidata con Letizia Moratti nel 2011 come Ornella Vanoni, sia accettata con tutti gli onori dopo il suo outing verso le sardine.

Va bene un link del PdC Conte che “umilia” Salvini (un titolo che ricorda tanto quello di stampo grillista), dimenticando che Conte è stato al governo con Salvini.

E poco conta che ogni tanto qualcuno tiri fuori una bandiera rossa, o un Che Guevara con l’immancabile commento che richiama i crimini dei rossi comunisti mangia bambini.ù

Per finire, tra le sardini trovi qualsiasi tipo di pesce a partire da Conte, per approdare quindi alla Vanoni, al Papa, Guevara, Pertini, Berlinguer e una spruzzata di Bella Ciao, mentre c’è chi raccomanda di utilizzare come inno “Nata sotto il segno dei Pesci” di Venditti.

Insomma, tutti uniti contro la deriva salviniana, mentre si continua a non capire che Salvini al governo ce lo porterà proprio il PD con le sue politiche contro il lavoro e coloro che sono davvero i più colpiti dalle politiche incentrate sull’austerità tanto care alla UE.

E allora per citarne un altro, diremo: chi vivrà. vedrà.