La sedicente sinistra italiana

La sedicente sinistra italiana

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Salvini fomenta sentimenti razzisti e nazionalisti, dirottando sui migranti la paura e la rabbia degli italiani. Il suo consenso si alimenta del disagio economico e sociale – e al contempo, in quanto leader di destra, le sue proposte economiche saranno comunque sempre favorevoli agli italiani più ricchi.

Ma se i lavoratori e i disoccupati credono alle stronzate di Salvini e lo votano è perché almeno si sentono “riconosciuti” da lui. Non esiste nessuna forza politica di sinistra che si rivolga a queste persone riconoscendo la legittimità della loro rabbia e proponendo una spiegazione del loro disagio alternativa a quella della destra.

Lo slogan di Salvini “Prima gli italiani” non è una roba campata in aria, ma la seconda parte di un ragionamento preciso e lineare: “Non ci sono risorse per tutti, quindi prima gli italiani.”

Il centro-sinistra risponde che “Un italiano non viene prima di uno straniero”: non si preoccupa cioè di scalfire in alcun modo la premessa del ragionamento.

Noi restiamo convinti, invece, che Salvini lo si sconfigga solo dimostrando l’errore della sua analisi.

Sorgente: Domande e risposte di un sondaggio tra le Sardine | Contropiano

Nazionalizzare. Sì, le perdite.

Nazionalizzare. Sì, le perdite.

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Ovvero come faccio finta di risolvere un problema regalando soldi ai privati.

Una storia già vista

Alitalia, una storia già vista e raccontata. Una società che è diventata, se possibile, la miglior rappresentazione di come le aziende che siano pubbliche o privatizzate, vengono gestite secondo il solito concetto del “vieni a sederti a tavola ché bene o male qualcosa se magna”.
Tanto poi per chi paga, non sarebbe nemmeno tanto corretto usare il proverbiale “noi”, perché non è vero che le tasse le paghiamo tutti e soprattutto non secondo la reale capacità contributiva di ciascuno di quel “noi”.
Salariati, partite IVA sfigate, autonomi e piccole imprese (timorose di diventare quasi come quelle foto che le polizie sudamericane mostrano su tutti i giornali per far vedere come il loro governo combatta “davvero” la droga).

Certamente uno potrebbe obiettare che secondo i numeri, i grandi contribuenti sono le grandi imprese.
Ma se qualcuno ha studiato l’economia spicciola delle scuole superiori, capisce immediatamente quanto questo contributo risulti piuttosto marginale rispetto a quello dei minori.
Per non parlare poi delle multinazionali che versano percentuali inferiori alle dita di una sola mano…

E siamo daccapo

Detto questo, puntuale come la morte (le tasse no, se avete letto qui sopra) arriva l’immancabile notizia dell’imminente chiusura di Alitalia.
Se prima il must era quello dell’orgoglio nazionale, paravento dei cosiddetti populisti (vedi di qualsiasi posizione nei sedili del Parlamento, ora c’è quello della responsabilità(**).
E io già mi chiedo quale sarà la prossima parola d’ordine anche se già potrei anticipare un “però stavolta per davvero, dài”.

Fatto sta che come allora, dopo il riapparire della parola “nazionalizzare” torna di nuovo il tanto amato adagio che recita onori privati e pubblici oneri. Qualcosa che anche un sincero ed onesto europeista fedele alle direttive del Politburo economico (in questo caso quello bbbuono) di Bruxelles, riconoscerebbe come aiuto di Stato a imprese private.

Praticamente con Berlusconi lo Stato (leggasi: i partiti al governo che poi cambiano di volta in volta in quanto lo Stato siamo tutti noi e sarà sempre quello fino a che durerà) ha diviso Alitalia in una “bad Company”(coi debiti) e una buona (la parte verniciata a nuovo e ripulita a bilancio), la prima sul groppone di tutti noi. La seconda di nuovo gettata tra le braccia di fantomatici “capitani (d’industria) coraggiosi” che di coraggioso avevano solo la faccia nel farsi chiamare così.

Ministero dello Sviluppo Economico.
Ok, ma di chi ?

Come da copione, dicevamo, la pacchia è durata poco, il fondo del barile raschiato ancora e siamo tornati al punto di prima.
Ma noi che di fantasia ne abbiamo tanta, anziché in due parti stiamo già pensando di dividerla in 3. Però stavolta con un commissario anziché i due di allora, o magari i potenziali tre di stavolta. Siamo o non siamo finalmente diventati virtuosi ?

Il paese del lamento e della moderazione orientata

Ma intanto teniamo buoni i tanti che votano per quel partito che “se non ci fossimo stati noi, in Italia sarebbe scoppiata la rivoluzione”.
Costui forse mente sapendo di mentire o non conosce affatto il popolo italiano: la maggior parte si lamenta ma poi basta il classico piatto di lenticchie per concederti di nuovo le sue pudenda. Ma con un grandissimo sospiro !

Che poi a me sinceramente starebbe un po’ sulle palle sentire il coro di quelli che E IO PAGO ! quando con un colore o con l’altro, questi non hanno fatto altro che votare questa economia che altro non sa e non può fare, se non ancor peggio. Ma…c’è sempre tempo 😉

P.S. a proposito, io terrei d’occhio anche FF.SS., Ilva, Autostrade etc.etc.