I tre stati della… parola.

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Ovvero, le parole nella comunicazione:
1) Che definizione hanno
2) Come ci vengono comunicate
3) Cosa significano in pratica

Nella comunicazione dei media, ci troviamo spesso di fronte a termini che entrano nell’uso comune nel giro di poco tempo, soprattutto in politica. Tali termini solitamente hanno anche vita breve per essere rimpiazzati da altri possibilmente tecnici, a volte di origine anglosassone soprattutto se riguardanti l’economia.

Ad un’analisi più puntuale però ci si può accorgere come sovente questi termini abbiano un loro significato originario, uno che viene diffuso dai mass media che ha come destinatarie persone che solitamente non comprendono appieno il significato. E poi ciò che quei termini finiscono per rappresentare nella sostanza e nell’esperienza storica.


Buonista:
1) Relativo a buono. Chi in politica si dimostra tollerante nei confronti degli avversari. Chi o che ostenta buonismo (Treccani).
2) Nei media ma soprattutto nei social network, buonista è l’appellativo che si dà a chi dice di avere buoni sentimenti senza averne seriamente in quanto guidato da puro interesse personale in una questione. Viene spesso accostato a “finto” proprio per rimarcare questa falsa coscienza.
L’utilizzo contrariamente a quanto riportato dai dizionari viene quasi sempre utilizzato quando si vogliono criticare coloro che propugnano politiche di accoglienza favorevoli all’immigrazione. Almeno nelle intenzioni di chi utilizza il termine.
3) Nell’uso comune soprattutto nelle dispute a proposito dell’immigrazione, sia colui che lo utilizza che colui che ne viene appellato (specie se accostato a “finto”) non è quasi mai inteso come qualcosa che abbia a che vedere con la bontà pura e semplice.
Il primo perché sa bene che se si mettesse contro qualcosa che sa essere buono in partenza, ne risulterebbe un’autoaccusa di essere una pessima persona (tant’è che ci accosta il termine “finto” proprio perché non vuole trovarsi dalla parte opposta del “buono”) e comunque è un modo per liquidare un problema senza affrontarlo davvero nella sua causa generatrice.
Il secondo perché non intende davvero risolvere il motivo scatenante il fenomeno ma preferisce piuttosto lasciare che si crei una situazione favorevole a una selvaggia gestione del lavoro (spesso) clandestino e concorrenziale al ribasso.
Proprio per questo sia le politiche di centro-destra che quelle di centro-sinistra non risolveranno mai il problema alla radice ma continueranno a gestire il proprio elettorato dividendolo in pro e contro una politica che nei fatti risulta dannosa anche per questi ultimi.


Capitani d’industria:
1) Un gruppo di supereroi immaginari della DC Comics introdotti per la prima volta in Firestorm the Nuclear Man n. 88
2) Un gruppo di imprenditori i quali concordano di rilevare aziende a partecipazione statale o di interesse nazionale e in grave difficoltà finanziaria, mediante l’aiuto di banche di investimento, al fine così di preservarne il carattere nazionale ed il livello occupazionale per quanto possibile dopo l’inevitabile ristrutturazione.
3) Un gruppo di imprenditori i quali concordano di rilevare aziende a partecipazione statale o di interesse nazionale e in grave difficoltà finanziaria, a debito oppure limitandosi ad acquisire quei rami d’azienda potenzialmente produttivi di profitto. Il tutto facendo la figura dei salvatori della patria e dell’italianità, tranne poi essere costretti a cedere di nuovo il tutto oramai pieno di debiti o a qualche multinazionale straniera oppure di nuovo allo Stato che penserà a chiudere i debiti per rioffrirli di nuovo a qualche gruppo privato straniero o no.


Populista/i:
1) Appartenente/i a un movimento politico-culturale moderno di tendenza o d’ispirazione popolare, e part. al populismo russo.
2) Persona che invoca delle misure che per i governanti non stanno né in cielo né in terra. Comportamento affetto da faciloneria economica quando si sa benissimo che ci sono sacrifici da fare anche se non ti viene detto esplicitamente a carico di chi, questi sacrifici saranno.
3a) Appellativo per mettere a tacere coloro che fanno richieste che normalmente andrebbero a incidere nella peggiore delle ipotesi, solo marginalmente nello stile di vita delle classi agiate.
3b) Politico che per scopi elettorali, promette misure a favore dei ceti bassi, ma che sa che non metterà mai in pratica in quanto concorde con il punto 2)