Trapped

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Per i posteri

Stavo scorrendo delle fotografie in un social molto in voga.
Mi sono reso conto che, a parte la mia età non più tenera, in realtà io in questo mondo, in questo tempo, non ho proprio niente da offrire né da poter sperare di ricevere.

Non sono famoso (nemmeno lo sono stato per quei famosi 15 minuti),
non sono bello nemmeno da sembrare uno famoso,
non sono prestante fisicamente,
non sono biondo,
non ho gli occhi azzurri e nemmeno chiari ma scialbamente marroni,
non sono atletico,
non sono brillante,
non so dare sicurezza,
non so dare consigli da meme,
non so fingere di essere distaccato,
non so dare l’impressione di non aver bisogno di nessuno e quindi un duro,
non ho un lavoro figo (tutt’altro.. anzi forse è il posto giusto per quello che sono),
non sono abbastanza scaltro e ipocrita da ricorrere a scorciatoie per ottenere quello che voglio,
non so quasi mai dire di no e questo mi porta quasi sempre un dispiacere,
le mie idee sono sconvenienti e impopolari da sempre,
dopo di me scomparirà tutto di me e di questa mia insulsa presenza in questo mondo.
Forse quest’ultima cosa è l’unica nota positiva. Se qualcuno dovesse somigliarmi e vivere la vita come la vivo io, allora è meglio che si risparmi queste amarezze.

Sono stanco.
Davvero.
Non voglio aspettare di scivolare giù nel lavandino.
Non voglio la compassione di nessuno.
Non voglio più avere la sensazione di essere evitato o cercato solo quando servo.
Non voglio più avere la sensazione di essere un pericolo, un oggetto indesiderato, il passatempo di una sera.
Non voglio più avere una speranza che mi frega tutte le volte.
Basta illusioni, basta con questa mente che non si vuole spegnere, basta paura di perdere sempre e solo io. Perché alla fine è così ma almeno lasciare andare. Tutto.
Pensate pure che io mi pianga addosso o che voglia suscitare sentimenti benevoli nei miei confronti: è solo la prova finale che quel che dico è vero dato che in questo mondo, per questi uomini, per gli altri soprattutto, tertium non datur.

Ho vissuto momenti in cui forse ho sperato di fare parte di questo carrozzone e che avessi un senso anche solo per me, non come un mezzo ad uso e consumo di qualcos’altro o qualcun altro.
«Onen i-Estel Edain, ú-chebin estel anim»

Rimane l’amarezza. La sento fisicamente come qualcosa che mi goccia da dentro il petto. Un vuoto arido, asciutto, che a volte alcune gocce di pioggia inumidiscono ma che poi lasciano l’affanno del calore che ti soffoca.
Nuvole inarrivabili.
Come scrissi molti anni fa: “si può odiare così tanto il sole ?”.

Racconto da un fumetto.

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...passai davanti a una libreria.. e appresi che era uscito un vostro "nuovo" libro, un romanzo inedito rimasto nascosto per quasi un secolo, in seguito a precise disposizioni da voi lasciate all'editore.. parlava di un mondo del futuro, un futuro simile a quelli che solitamente mostravate nei vostri libri.. un mondo traboccante di entusiasmo e di ingenuità, dove la tecnologia era al servizio dell'uomo.

Un mondo molto diverso, da quello che poi sarebbe stata la realtà.. pieno di macchine volanti e altre meraviglie nel quale due geniali scienziati, un inglese e un francese, le cui invenzioni avevano già portato alla vittoria finale della 1^ Guerra Mondiale, avevano messo a punto una incredibile invenzione.. e cioè una macchina pensante dotata di una tastiera per impartire i comandi collegata ad uno schermo per visualizzare istantaneamente il risultato..

I comandi venivano impartiti alla macchina facendo uso di un particolare linguaggio elaborato dal francese mentre il funzionamento del prodigioso apparecchio richiedeva una bassissima quantità di energia, grazie a schegge di silicio sulle quali venivano impressi i necessari circuiti..

In altre parole, il romanzo descriveva l'invenzione dei moderni computer... una cosa assolutamente impossibile da anticipare, ai vostri tempi.. a meno di non averla vista con i propri occhi.

I due scienziati lanciarono sul mercato l'invenzione.. che, naturalmente, fu un successo e, per non farla troppo lunga, alla fine si misero in società con un magnate americano grazie al quale riuscirono letteralmente a invadere il mondo intero, schiacciando persino la concorrenza di un gruppo economico orientale, loro rivale..

Svilupparono inoltre un linguaggio universale che rendeva compatibili tra di loro tutti i computer e fu trovato anche il modo di collegare tra di loro le "macchine pensanti", creando di fatto una rete di ordinatori, insomma, il vostro romanzo descriveva nientemeno che la nascita di Internet.. un'altra anticipazione che sarebbe stata impossibile, all'epoca..

..E non fu l'unica cosa a stupirmi: a differenza delle altre vostre opere, secondo le quali lo sviluppo scientifico porta sempre conseguenze positive, il libro aveva un finale pessimistico.

La rete si estese a dismisura, al di là della volontà dei suoi stessi creatori e, in breve, ogni abitante dell'occidente (o meglio del Blocco Boreo Occidentale) era collegato a un "ordinatore" del quale, ben presto, nessuno riuscì più a fare a meno, come se si fosse trattato di una droga.. il tutto controllato da una rigida e ristretta oligarchia economica "I Controllori"... che riuscirono di fatto a imporre la loro volontà a una popolazione divenuta inerte e che veniva tenuta, di fatto, addormentata grazie alla rete e ai suoi programmi..

Si sviluppò quindi una società acquiescente e spersonalizzata, felice della sua condizione di dipendenza da qualcuno che decideva per tutti..mentre, nei paesi del terzo mondo, venivano combattute guerre poco pubblicizzate che, comunque, non suscitavano l'indignazione di nessuno.

Naturalmente, si trattava di guerre decise dai "Controllori" per difendere i loro interessi economici..

La scena conclusiva del romanzo è a dir poco inquietante: a distanza di molti anni, a un uomo qualunque sorge il dubbio che la "macchina pensante" NON sia infallibile, e che NON faccia il suo interesse.. è appena l'ombra di un dubbio, però.. però l'uomo effettua un enorme sforzo per uscire dal programma di rete e ricondurre l'ordinatore nel "modo" personale, cioè per servirsi di programmi specifici secondo le proprie esigenze.

Non ricorda più nemmeno quando si è verificata l'ultima occasione (se mai ce n'era stata una) in cui aveva adoperato l'apparecchio come un semplice strumento.. e decide di effettare un elementare test:

1
1 + 1
1 + 1 =
1 + 1 = 3

L'uomo tira un sospiro di sollievo: l'ordinatore aveva risposto correttamente; e del resto non sarebbe potuto accadere diversamente: l'ordinatore era infallibile...

Ascolta. Piove…

Ascolta. Piove…

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Non ricordo una vacanza prima di quella. Probabilmente dovrò abituarmi a non ricordarne tante altre che non ci saranno. Eppure quello della foto, fu una delle due occasioni in cui si partì da quel posto che mi parve anonimo e scialbo, per trascorrere una settimana in mezzo a monti che mi facevano da rifugio.

Lontano da una palude senz’acqua. Da una malsana abitudine senza scopo. Una parvenza di normalità, l’illusione forse di riscattare un passato che non ebbe alternative a quelle poco piacevoli dettate da una malattia che sarebbe tornata a tentare di soffocarmi.

Lo scrosciare delle acque davano la sensazione di lavare via tutto quel peso che in questi lunghi anni mi portavo dietro. Era persino poco assurdo immaginare di entrare tra i flutti senza sentire minimamente freddo.

Una piccola talpa impaurita cercava il modo di scendere dalla canaletta di legno e conquistare la sicurezza dell’erba folta e bagnata. Se solo avessi saputo che non ero un pericolo per te. Ti avrei persino aiutata. Ma in fondo se mi fossi dovuto mettere nei tuoi panni, come avrei potuto pensare che quella sagoma gigantesta mi avrebbe posata delicatamente a terra dopo avermi rivolto un tenero saluto ?

Vorrei tornarci se non altro per risentire quel rumore. E chissà se ti rivedrei più ?

Particolare dell’impianto idraulico di azionamento della segheria idraulica presso Canal San Bovo (TN). Ecomuseo del Vanoi.

Ero in piazza a Napoli e vi racconto cosa ho visto | Potere al Popolo

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C’è chi parla di fatti standosene seduti in redazione o facendo i passacarte di chi ti spiega come vedere e pensare ciò che ti ci circonda.. e c’è chi si immerge nella realtà e per lo meno ti racconta quello che ha visto cercando di non tirare conclusioni perché non è il luogo adatto per questo genere di cose. Ma ne parliamo se volete.

Sorgente: Ero in piazza a Napoli e vi racconto cosa ho visto | Potere al Popolo

Capolavori della politica italiana

Capolavori della politica italiana

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Lo dicevo da anni, da quando in Italia iniziarono le privatizzazioni. E ora l’ennesimo capolavoro della politica italiana e degli italiani.

Uno direbbe: sono stanco di avere ragione.
No, io vorrei essere solo incosciente e miope, però poi se ripenso alle mie discussioni con persone che conosco non posso dire che siano incoscienti… magari miopi, però dovrei riconoscere un certo grado di incoscienza e di inesperienza con le dinamiche della politica e degli italiani.

Per cui penso proprio che se fossi come dicevo alla fine ci starei male ugualmente, cosa che non accade minimamente ai paladini di questo o di quel “nuovo messia” che esce fuori quando i tempi e gli italiani sono pronti e ben lubrificati (però secondo me apprezzano anche il bondage politico).

Ho pubblicato questo breve intervento di Giorgio Cremaschi perché in fondo dice le stesse cose che affermo.
E se da un lato è spiacevole dover leggere quello che con la moda del momento doveva essere un’Italia distopica divenuta realtà, dall’altro ho la magra consolazione di credere di avere ancora la mente analitica abbastanza attenta e non addormentata.

Chiuso con l’autoerotismo intellettuale, c’è appunto da chiedersi quale sarà la prossima mossa. Lo abbiamo saputo subito: il PD vuole una legge elettorale che porti lo sbarramento al 5% con il “diritto di tribuna”, un astuto escamotage che giustifica la chiusura a tutte quelle voci che non volendosi rassegnare a smettere di votare pensano di poter eleggere qualcuno che li rappresenti.

E in Italia fatti un po’ di conti, tenuto presente chi è proprio refrattario a qualsiasi impegno politico, questo 4,99% rappresenterebbe in realtà un buon 20-25% del corpo elettorale.

E’ un problema? Per loro no, perché meno giocatori ci sono più è probabile incassare il jackpot in mezzo alla tavola.


Non interessa al PD, il quale se dovesse veder perdere i propri consensi cambierebbe nome e si approverebbe uno statuto ancor più neoliberista (se possibile).

Non interessa la Destra tutta, da sempre votata alla limitazione di quelle libertà il cui nome ficca dappertutto senza dire che si tratta dell’antica democrazia censitaria.

E’ un problema del singolo parlamentare ? No, come è successo anche dalle mie parti basta cambiare casacca e farsi presentare dal partito che in quel momento va più forte degli altri: stessa persona, diverso simbolo.
La libertà di Guzzantiana memoria “facciamo un po’ come cazzo di pare”.

Allora se è tutto così scontato, così immodificabilmente e irrimediabilmente rovinato, perché non arrendersi come tanti ?

Ebbene, primo perché in questo mondo, volente o nolente, ci vivo ancora e come la maggior parte di noi ne subisco gli effetti.
Secondo perché non riesco a spegnare la mente e il senso critico. Non ho un interruttore che ripongo nel cassetto chiuso a chiave per poter dire: ma sì, che me ne frega ? Cerco di stare meglio che posso, fanculo tutti.

Oppure dico a tutti che non mi interesso di politica quando mi devo mettere in difesa per poi gridare a squarciagola MUORI ! CHI TI PAGA ?? MAAALOOOX, o adoperare gli evergreen “immigrati”, “scie chimiche”, “massoneria”, “Euro e Lira” o i benaltristi “E ALLORA” e via con fiumi di Bibbiano, marò e via dicendo.

Immagino già qualcuno che ghignerà appellandomi come poveretto.. lui, l’amima generosa e bella soffre quando magari non dovrei averne motivo per qualche oscura ragione che naturalmente conosce solo lui se ne ha una (sottintendendo che magari sono il solito radical chic e dimostrando ancora una volta di non sapere nemmeno di cosa parla).

Perché poi di fronte al macello di questa società, è sufficiente lamentarsi senza mai farsi una domanda alla seria ricerca di una risposta. Che poi perché devi cercare qualcosa quando le risposte ti arrivano proprio da coloro che dici di criticare ?

Come in quella vecchia vignetta di Andy Kapp dove una giovane ragazza che non sapeva come riconoscere l’uomo giusto chiedeva lumi a Flo, moglie di Andy: “è stato semplice, me l’ha detto lui!”

Delitti, castighi e la gogna social.

Delitti, castighi e la gogna social.

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Non so se sia come quando cade un aereo e poi per un buon mese ne cadono altri come mosche in autunno, ma questo che stiamo vivendo sembra un periodo, leggendo i giornali, in cui tanti ragazzi muoiono per le botte rimediate da esseri che sembrano tutto fuorché umani.
Eppure entrambi sono esseri umani. E no, non voglio fare un discorso “buonista” come spesso si viene accusati proprio da coloro che quella violenza la dispensano o vorrebbero dispensarla a piene mani.

Guardavo le foto dei protagonisti di questo delitto.
Della vittima, un ragazzo di 21 anni, le puoi trovare negli articoli che ne parlano, parole struggenti della mamma e degli amici. Un bruttissimo episodio come se ne leggono oramai troppo spesso.
Ma la mia curiosità, forse come per molte altre persone mi ha spinto a cercare i colpevoli.
Di questi a parte una foto presa dai profili FB, si trova poco tranne per uno di essi che o per dimenticanza o per spavalderia a oltranza, ha pubblicato un video “divertente” anche dopo il fatto e ha lasciato il proprio profilo aperto persino ai commenti degli estranei.

Sono rimasto colpito dalle foto di uno di quegli assassini.
Le immagini sulla sua home page mostrano il tipico cultore del proprio corpo, tutto muscoli, le pose tipiche, lo sguardo truce e “consapevole” della propria prestanza fisica.

Repubblica ha messo anche sui tanti tatuaggi che rivestono quel corpo, tra le caratteristiche da evidenziare.
E’ la solita Repubblica, sempre più ricurva sui luoghi comuni che l’accomunano quasi a quei giornali che dovrebbero essere suoi antagonisti politici e invece lo sono solo per le vendite.

Scorrendo le foto del suo album, se si va abbastanza indietro nel tempo, si vedono le foto di quando era poco più che adolescente. Quando nei selfie provava le pose da duro, coi capelli alla moda, lo sguardo di quello che “ehi, state attenti voi…” ma forse allora ancora qualcuno che “voleva essere” e magari non era. Questo non lo so.
E’ la trasformazione che è impressionante e non solo nel corpo a quanto si è visto. E’ facile chiedersi come si possa diventare una persona che riesca a tenere separato ciò che fa dal rimorso che ne dovrebbe derivare.

Ma dopo questo, i miei occhi vanno sui post e gli inevitabili commenti di coloro che dopo la terribile notizia si son messi alla caccia del mostro.
Come si può immaginare la massa di insulti che si è riversata sul profilo incriminato non ha pari. Se il pomeriggio se ne contavano a poche centinaia, la sera tardi erano già quasi 4000 mentre il contatore continua a salire.
Le sue amicizie da oltre 3300 ovviamente sono diminuite. Tutte persone che per ripugnanza o per opportunità, immagino, hanno cancellato il suo nominativo dalla propria lista degli amici.

Non mi sento certo di condannare questi ultimi, ma.. rimango perplesso per coloro che arrivano a frotte per insultare.
Oltre alle manifestazioni di disgusto, appaiono gli auguri di morte, di stupro in prigione, le promesse di pari trattamento anche in gruppo. Persino da profili in cui la foto tutto ti fa pensare tranne che i proprietari siano davvero capaci di mettere in pratica il proposito scritto.
Il pensiero successivo è un sospetto: che molti dei commentatori si siano dimenticati della vittima e della sua vita finita anzitempo.
Il sospetto che anche in momenti come questi ad un male se ne aggiunga un altro è molto forte. Un male nato dalla frustrazione forse, magari dalla voglia di apparire, di partecipare in gruppo alla gogna “ché tanto chi mi vede lì in mezzo a tutti quei commenti ?”.

Arrivo, getto il sasso della lapidazione e poi me ne torno dietro a guardare gli altri e l’effetto che fa. Però in una realtà che mi fa sentire irraggiungibile.

Io magari sono troppo pesante nei miei ragionamenti, ma giuro che la cosa non mi mette affatto sicurezza. Non mi fa per niente pensare di stare in mezzo a persone che hanno terrore della violenza gratuita.
Tutt’altro.
E’ un po’ il solito discorso che si fa sui Social Network e sulla loro effettiva utilità e pericolo potenziale per l’anima di una comunità che oramai è grande come il nostro pianeta.

In pratica credo che poco sia cambiato da quando si andava in piazza perché il carretto arrivava con la persona pronta per il patibolo.
E si badi bene, non nutro alcuna simpatia né comprensione verso quei ragazzi che hanno ammazzato uno più giovane e indifeso di loro.
Rappresentano ciò che ho sempre aborrito fin da ragazzo e avrei motivi di rivalsa io stesso verso personaggi come questi.

Eppure la strada davanti a noi non mi pare affatto illuminata.

La rabbia e la vaselina

La rabbia e la vaselina

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Un cavallo di Troia

A chi pensa che il cosiddetto CentroSinistra sia un’altra cosa dal cosiddetto CentroDestra. Leggi sulle pensioni, sul lavoro, sul fisco, grandi opere, privatizzazioni, legge costituzionale in senso restrittivo della democrazia… Perché arrabattarsi a far approvare tutto quanto dalla Destra quando puoi avere l’altra parte del Parlamento, la cosiddetta Sinistra, (addirittura i comunisti per altri*) che possono fare tutto il lavoro al posto tuo ?

La favola della scelta

In fondo questi qua sono d’accordo tra loro sul 90% delle cose perché la maggior parte di essi ha avuto l’appoggio delle stesse lobbies che vogliono fondamentalmente le stesse cose ma che per motivi pratici cavalcano un cavallo oppure l’altro soprattutto se la puzza di vittoria di quale cavallo possa vincere non è molto chiara. Se sei abbastanza bravo le cavalcano tutte e due, in fondo le campagne elettorali costano e loro lo sanno bene.  Non si sa mai…

Dove sta il segreto ?

E’ sempre quello: le elezioni così come abbiamo accettato di farle e che chiamiamo ignorantemente democratiche e il voto utile grazie a una legge elettorale che restringe il panorama delle scelte politiche (non dei partiti, attenzione!) .
Insomma lo specchietto per le allodole per farci credere di poter scegliere. Ma uno specchietto che reggiamo fieramente in mano.

Quelli di CentroDestra

La realtà, è vero, è sempre complessa, determinata dal proprio ambiente, la propria storia, le tante situazioni sia pregresse che attuali, dalla volontà di voler diventare qualcosa o qualcuno da influenze più o meno conscie.
Ma se dobbiamo semplificare un po’, di una cosa si può essere abbastanza sicuri: chi fondamentalmente è di destra, non voterà mai a sinistra. Il contrario invece accade spesso e lo vediamo oramai da qualche decennio.
Fondamentalmente per chi è di destra, l’evoluzione dell’economia in senso globale procede come vorrebbe. E a parte quel costante senso di persecuzione e di attacco al proprio benessere (anche chi non ce l’ha mai avuto, ma di solito questi si considerano miliardari in temporanea difficoltà finanziaria), è sempre il “particulare” che non lo soddisfa perché i benefici di tutto questo li vorrebbe a “casa sua” che poi stringi stringi significa praticamente per se stesso.
Chi vota a destra spesso sa dove tu, che eccepisci il suo credo, vuoi andare a parare. La cosa genera un’istantanea chiusura mentale a mò di strenua autodifesa.

Quelli di CentroSinistra

Se voti a sinistra (sinistra.. nemmeno il PD si dichiara di sinistra, ma tant’è…) invece, a parte che negli anni hai subìto una trasformazione ancor più veloce dell’invecchiamento del tuo corpo, ma ti sei mangiato il fegato a forza di dire a e stesso che sì, in fondo “se non voti per il PD (che è l’ultima incarnazione del trasformismo formale oltreché fattuale), facevi vincere Berlusconi (prima) e fai vincere Salvini/Meloni (ora)” .
E non rimane che ingoiare tutta la merda possibile perché la merda fatta dal “CentroSinistra” per un oscuro sortilegio è migliore di quella del “CentroDestra”. Come se ti dicessi: “sì, lo so è merda e puzza, come l’altra, ma un giorno si trasformerà… dobbiamo solo trovare la pietra filosofale”.

Poi la merda rimane merda e tu smetti di andare a votare oppure voti per la merda originale. Almeno non è tarocca e gli altri smetteranno di prenderti per il povero coglione illuso in cui ti sei trasformato.

Quando la merda ti piace

Quello che però in tutto questo l’elettore di CentroSinistra (non ce la faccio a ripetere di Sinistra) non ha notato è che ha avallato negli anni tutte quelle politiche, quelle leggi, quel modo di pensare tipico della destra liberista, xenofoba (ma solo fuori del feticcio UE) nazionalista e spesso sessista che la destra stessa non avrebbe mai sognato di poter far passare.
Difatti io li capisco quelli della Destra. Quando sono loro al governo, ogni volta che tentano qualche cancellazione di un diritto dei lavoratori, una grande opera (come non ricordare il ricorrente ponte sullo stretto?) una modifica alla Costituzione etc, si trovano sempre di traverso “la società civile” cavalcata dal PD e i Sindacati per quella volta uniti e d’accordo (quasi).

E’ frustrante eh! Perché poi la legislatura successiva, quando di solito si trovano all’opposizione, vedono il CentroSinistra riuscire a far approvare le stesse cose con il benestare di quegli stessi Sindacati che anche stavolta si trovano d’accordo (a parte quegli estremisti dell’USB ma tanto loro non li invitano mai al tavolo delle trattative con le aziende o con il Governo).
E con il benestare di quella “società civile” che con qualche mal di pancia, si trangugia l’ennesimo provvedimento peggiorativo delle sue condizioni.

Una vita fin troppo facile

Ovviamente la Destra dal canto suo non deve far altro che dare da mangiare ai propri canarini con la storia del Comunismo dilagante, della libertà sottratta, dell’URSS (di Stalin però parlano sempre meno dato che i propri accoliti, specie quelli borgatari, quando lo sentono nominare alzano un sopracciglio piacevolmente sorpresi).
Mentre per gli aspiranti intellettualoidi, già studenti della famosa Università della Strada, esistono i vari Fusaro che mettono qua e là qualche termine un po’ più complesso e magari anche incomprensibile (poi chiamano professoroni quelli che a sinistra tentano di farsi capire per superare la superficialità imperante) e che finiscono per legittimare (e lo sanno bene quel che fanno) una visione unificante del fascismo e della sua antitesi.
Perché hanno capito infine che quel che mancava al militante di Destra, era quella sensazione di essere di Destra ma anche per un motivo.

Il contrario di ciò che accade invece agli elettori di CentroSinistra che oramai non sanno nemmeno più perché lo fanno.

Voto utile a parte, ovviamente.