Credo

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Ogni volta che osservo il comportamento di un animale più o meno “vicino” a noi esseri umani, mi rendo conto di ciò che più o meno tutti ci accomuna. Il desiderio di sopravvivere, la disperazione di una esistenza che oramai riteniamo perduta, l’aggressività, la dolcezza, il gioco ma soprattutto l’affezione ed il modo di esprimerla.

E non parlo solo di mammiferi, parlo di tutte le specie animali che mi sono capitate davanti agli occhi. A volte persino nelle piante.
E ogni volta mi dico: “…è come se tutti rispondessimo ad un codice, un modo, qualcosa che ci spinge verso ciò che unisce…”

Chiamiamolo istinto di conservazione, come cosa più ovvia da fare se vuoi sperare di continuare ad esserci, tu, la tua prole, la tua specie. Quel che vuoi. E capisco anche come possa sembrare avvilente ridurre tutto a un qualcosa di meccanico, utilitaristico senza l’ombra di una luce che ci distacca un po’ dal terreno e dalla materia.

E’ forse scritto nel DNA ? Quella infinita sequenza di nucleotidi che pur seguendo una precisa disposizione è così varia eppure così comune da renderci diversi e uguali allo stesso tempo ?

L’uomo tenta di decifrare questo codice. Noi viviamo di codici da criptare e da decifrare. Come perennemente alla ricerca di qualcosa di prezioso da custodire e nel contempo da rivelare.
Protezione e scoperta, conservazione e condivisione, difesa ed espansione. Termini che portano con loro lati buoni e meno buoni. Dipende sempre dallo scopo del loro uso.

Ma allora quando scegliamo lo scopo delle nostre azioni, cosa stiamo guardando ?

Non mi definisco un credente secondo l’accezione più diffusa del termine, cioè quella legata ad un Essere che ha creato tutto ciò che vediamo e che non possiamo. Nella mia vita ho passato tante fasi, ho creduto tante cose più o meno ferventemente.
A volte mi tornano alla mente quei periodi e non riesco a sorriderne come un adulto che ripensa alle sue ingenuità di bambino.
Perché non so se sono arrivato o sono solo alla tappa di un viaggio che prima o poi finirà (?)
Pur tuttavia in ognuno dei miei passi ho trovato qualcosa da conservare, come una tessera da inserire in un puzzle del quale a volte intuisco la cornice ma che temo non saprò mai definire con una miglior precisione.

La cosa di cui mi sono reso conto è che certe cose non sono inconciliabili a meno di voler cadere nella trappola dell’ortodossia e del dogma.
La Scienza stessa ci insegna come tutto sia evoluzione e non solo per ciò che attiene la materia. Perché al variare della comprensione, della percezione, inevitabilmente deve cambiare in noi il modo di definire le cose nuove, trovare nuovi termini e scoprire che dietro il muro sfondato c’è un nuovo tunnel da percorrere e illuminare con quello che abbiamo a disposizione.

Se è vero e riconosciuto che nella superbia non c’è nulla che venga di buono, allora questo principio dovrebbe essere applicato in qualsiasi settore della nostra esperienza umana.

E io non so decidere.
Non so decidere in cosa credere, la mia mente immagina ma è limitata. Anche se non è la stessa di ieri. Come per tutti noi del resto.
In essa trovano spazio i credo di ieri, le convinzioni di oggi e le speranze di domani.
E la mia speranza è che spero nella mia limitatezza.
Mi spiego: spero di immaginare un infinitesimo di quella che è la Verità.

Abbiamo per un motivo o per l’altro che non sto a spiegare, dal mio punto di vista, abbandonato il dubbio.
E allora o non mettiamo più nulla in discussione oppure pensiamo di poter spiegare tutto….e non lo mettiamo in discussione.
Per cui una cosa c’è in cui credo di credere ed è che l’uomo, con le sue grandi possibilità ed altrettanto grandi responsabilità che da queste gli derivano, ha bisogno del senso del mistico, del mistero.
Un mistero che sia per noi qualcosa di prezioso da conservare (come atteggiamento) ma che ci dìà un senso di unità, di simiglianza, di comune provenienza.
Quale il comune fattore di tutto ciò ?
Qui mi fermo perché poi si entra con tutti e due i piedi nella palude della materia. O forse con uno solo…

One thought on “Credo

  • 28 Luglio 2020 at 0:56
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    C’è chi crede e chi no, però se andiamo a vedere fino in fondo forse una destinazione potrebbe esistere. Dove? Bella domanda.

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