Come prima

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Da quando si sarebbe capito che la pandemia del coronavirus non sarebbe finita durante la canonica stagione come tutti gli anni, qualcuno ha avuto l’ardire di pensare che la paura di morire, l’infinita serie di problemi (molti dei quali hanno contribuito ad aumentare il numero dei morti), la solitudine forzata, la rottura di tutte le nostre routine quotidiane.. qualcosa sarebbe cambiato nell’animo umano. L’illusione, la stanca speranza senza nemmeno troppa convinzione però, che l’essere umano sarebbe inevitabilmente e definitivamente cambiato…. almeno per un po’.

Io non so se siano i famigerati colpi di coda, ma mi pare che almeno fino ad oggi, a virus in corsa, ognuno di noi forse (perché spero di sbagliarmi) è rimasto quello che era. Ha paura e come colui che ha paura per la propria vita a causa di qualcosa che non vede, tende ad affidarsi a ciò che non vede come se questa cosa cui si affida facesse parte dello stesso regno di provenienza del male.

Ma al di là dei discorsi immateriali, ho notato che il male di tanti non mette alcun freno all’ingordigia dei soliti. E per soliti mi riferisco a chiunque, di qualsiasi estrazione che, forse per una fede innata nel fatto che “fine del mondo o no” le cose continueranno, pensa ancora ad accumulare, a raggirare, a felicitarsi di far fesse quante più persone possibili.
Ognuno di essi nel proprio piccolo, a modo loro dice: chi se ne frega ? mors tua, vita mea.

Poi c’è chi non trovandosi nella possibilità di fare altrettanto, crepa dalla rabbia di vendetta, sperando nella punizione esemplare di coloro che in fondo sono solo loro miti irraggiungibili. O presunti tali. Magari avendo meno timore di quella punizione tanto invocata, magari per via di una morale mal sopportata e non abbastanza ricompensata, non trovano il coraggio o la giustificazione per fare allo stesso modo dei loro eroi.

Io non so se potrà mai esserci un cambiamento. Le persone per bene, o che conoscono ciò che è buono, se hanno la forza di resistere, resteranno quel che sono. Nella loro dimensione continueranno ad essere un valido esempio per chi vuol passare dalle parole ai fatti.
Anche alle parole e basta. Ché già anche nelle parole si vede il marciume che avvelena le nostre giornate.

C’è un’immagine per la quale FB è rappresentato da un paio di mani che versano del cibo sul piatto dell’ego. E’ riduttivo.
O meglio sempre di ego si tratta, anche nel riaffermare le proprie inemendabili convinzioni. Che poi il più delle volte sono convinzioni altrui. fatte proprie senza un briciolo di critica.

Ma ora che mi fermo un attimo a riflettere… capisco quanto io sia polemico.
Dopotutto è ciò che mi viene sbattuto in faccia tutte le volte che ho qualcosa da dire al di fuori del “mainstream sognante”. Quello dei giorni in cui tutto va bene e tutto è perfetto e bello.
E allora.. anche quello che ho scritto qui sopra… è meglio scriverlo qui, dove nessuno legge se non per puro incidente.
Che tanto non mi servono altre persone per spiegarmi quanto io sia sbagliato.