Too close to the ground

Too close to the ground

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Avevo un sogno che fino a un po’ di tempo fa era ricorrente. Salivo su di un marciapiede alto pochi centimetri rispetto al piano stradale e da lì “spiccavo” il volo compiendo un salto.
La cosa era già ridicola così: da una simile altezza come avrei potuto volare davvero ?
E poi volando, mi abbassavo e mi abbassavo sempre di più verso il terreno, fino a quasi strisciare, mentre cercavo di sbattere le braccia per non toccare terra.
Ma questo sforzo era oltretutto vano perché così vicino al terreno come mi trovavo, le braccia non avevano che uno spazio limitato per potersi muovere e tenermi su.
Ricordo il senso di frustrazione e impotenza nel non poter fare nulla di più che fluttuare tra l’aria e la terra… fino a che mi svegliavo. O almeno io questo credevo ma mi ritrovavo ancora su quel marciapiede.
E via di nuovo in un loop infinito…fino al definitivo risveglio.
Col senno di poi non ho potuto fare a meno di pensare a quanto questo sogno fosse stata la metafora della mia vita. O almeno di come io sento di averla vissuta.
Non cerco compassione, non voglio parole che mi dicano: “ma no dài, cosa dici ? non essere così pessimista”.
Questa è la mia visione, magari parziale, magari autocommiserante, ma questa è, e non voglio fingere che sia diversamente da come sento.

A volte succede di poter pensare che “grandi pianure potrei, trovare io” ma accade sempre qualcosa che mi ricorda di non volare mai troppo in alto. Vorrei dire che ci fai l’abitudine: illuso. Non ce la si fa mai.

Sardine in scatola

Sardine in scatola

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Dopo le liste civetta, i movimenti sardine

Hanno resistito poco. Le sardine alla fine si sono scoperte come i soliti pesci sotto sale. Su FB i gruppi sono fioccati numerosissimi e affollati nel giro di pochissimi giorni.

Non si è trattato solamente del passaparola, dalla prima città dove il “fenomeno” è in teoria partito, sono state organizzate in men che non si dice manifestazioni sparse da Nord a Sud.

La novità avevano detto. E forse di novità, ma nemmeno tanto, è potuto essere solo il numero di persone scese in piazza in un periodo in cui la cosiddetta opposizione al Salvinismo era stato lasciamo alla flaccidità di un centrosinistra troppo preso tra le divisioni e ricomposizioni interne e l’inseguire la destra nelle sue politiche neoliberiste.

Bastava andare dentro un gruppo e leggere non tanto i link pubblicati che bene o male erano da richiamo, quanto piuttosto i commenti pubblicati sotto di essi.

Parola d’ordine “antifascista” oppure “né di dx né di sx”

La parola d’ordine è “antifascismo” ma non hanno tardato coloro che han tenuto a puntualizzare che oltre ad essere antifascisti bisognasse essere anche anticomunisti.

Fino a dichiarare che la resistenza  antifascista aveva così tante sfaccettature che quella socialcomunista alla fine era marginale e comunque tranquillamente trascurabile ai fini degli esiti della guerra di liberazione.

Non vi viene in mente il già sentito “né di destra né di sinistra” ? O similarmente “non esiste né la destra né la sinistra” ?

Erano gli slogan del Movimento 5 Stelle che ha provato sulla propria pelle, quanto questi assiomi fossero tragicamente fallaci alla prima seria prova legislativa su argomenti che andavano a toccare interessi di una certa consistenza.

E ancora, sarà per questo che quasi in contemporanea il PD tramite Zingaretti si è definito “antifascista”

Bisogna dire anche, come normale che fosse, che le sardine si son trovate tra i loro branchi, pesci provenienti dai mari più disparati.

Ma mentre era normale che chi puzzasse di centro-destra venisse subito individuato e scoraggiato, coloro che han tentato di indirizzare le sardine verso una coscienza politica che non si arrestasse a semplici principi generici e ai richiami alla politica “educata”, sono stati bollati come estremisti alla stregua dei fascisti.

Anzi l’appellativo fascista è diventato sinonimo di pensiero radicale. E non importa da quale area politica questo provenga. “La canti diversa dal coro ? Sei fascista !”

E via col ban.

Il solito voto utile

Io sinceramente dopo aver visto queste cose me ne sono uscito senza alcun rimpianto. Ma la sorpresa che poi sorpresa non era, è stata quando parlando delle elezioni in Emilia Romagna, è tornato sugli scudi il tema del voto utile.

E quando si parla di voto utile e non si vota Lega, FdI o Forza Italia, chi è il paladino salvatore della patria ?
Esatto: il PD.

Ed ecco che cade la maschera e quello che poteva almeno vedersi come uno scuotersi dal torpore dell’inattività politica da parte del cittadino medio, si è rivelata essere la solita trappola-chiamata-alle-armi del Partito Democratico, molto avvezzo a queste pratiche.

Ve li ricordate i girotondi ?

Ricordate i personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura, anche della musica che presero più o meno posizione contro il berlusconismo imperante in quegli anni, trascinando con loro molti cittadini e scrollandoli dal sonno di vent’anni di regno dell’Homo Arcorensis.

Dopo un certo periodo in cui questi cercavano di muovere il maggior partito di opposizione da una deriva di impotenza parlamentare autoindotta, un bel giorno in TV arrivò un certo D’Alema, che con il suo solito sorrisetto affermò “E’ tempo che la politica si riappropri del suo ruolo”.

Come dire: ok, va bene.. abbiamo capito, vi siete anche divertiti, avete avuto il vostro proverbiale quarto d’ora di celebrità…, ma adesso, i bambini tutti a casa che tornano gli adulti.

Ecco, anche se allora le tematiche guardavano più alla legalità da un lato e il decoro dall’altro (perfettamente disegnato sui margini del modello berlusconiano), stavolta le sardine sono partite dall’antifascismo, da una politica con la camicia dentro in pantaloni e il bavero piegato bene.

Programmi economici ? Nemmeno l’ombra.

Insomma, crisi occupazionale, salari che si riducono, lavoro precario e sicurezza sul lavoro inesistente, però. Però civilmente educati.

Qualcuno ha detto che le sardine non fossero altro che il PD dei giovani ma senza la faccia di Renzi che oramai ha anche una certa età e non è più credibile.

Sono sicuro che molti non se ne rendono conto e magari cercano di sognare qualcosa di diverso e più efficace di un semplice accontentarsi di battere Salvini nelle piazze e permettere al PD di farlo nelle urne.

Purtroppo però per loro, se non si attapperanno le orecchie e diranno “lalalalalala non sento” capiranno ben presto che tutto si sgonfierà dopo le tornate elettorali e tanti dei capi, quelli almeno che avranno visibilità andranno a rimpolpare le file dei Giovani Democratici.

Spero di sbagliarmi, ma sfortunatamente per questo genere di cose, è successo raramente.

Tutti insieme appassionatamente

E se il buongiorno si vede dal mattino, allora diventa indicativo persino che una craxiana di ferro prima (“Voto PSI perché Bettino mi ha promesso che…”) e poi candidata con Letizia Moratti nel 2011 come Ornella Vanoni, sia accettata con tutti gli onori dopo il suo outing verso le sardine.

Va bene un link del PdC Conte che “umilia” Salvini (un titolo che ricorda tanto quello di stampo grillista), dimenticando che Conte è stato al governo con Salvini.

E poco conta che ogni tanto qualcuno tiri fuori una bandiera rossa, o un Che Guevara con l’immancabile commento che richiama i crimini dei rossi comunisti mangia bambini.ù

Per finire, tra le sardini trovi qualsiasi tipo di pesce a partire da Conte, per approdare quindi alla Vanoni, al Papa, Guevara, Pertini, Berlinguer e una spruzzata di Bella Ciao, mentre c’è chi raccomanda di utilizzare come inno “Nata sotto il segno dei Pesci” di Venditti.

Insomma, tutti uniti contro la deriva salviniana, mentre si continua a non capire che Salvini al governo ce lo porterà proprio il PD con le sue politiche contro il lavoro e coloro che sono davvero i più colpiti dalle politiche incentrate sull’austerità tanto care alla UE.

E allora per citarne un altro, diremo: chi vivrà. vedrà.